Questo quadretto,
per tutti coloro che continuano a negare valore assoluto ai piccoli fogli
di carta fuggiti chissà da dove... Qui dentro c'è tutto
un mondo, né più né meno che in certe tele provvisorie
di fine otto e talvolta, molto meglio che in qualche letteratura un po'
sdrucita. La borghesia fin de siècle si presenta, sguardi miranti
e frutto dell'amore - il perfetto amore, secondo una mirata folgorazione
etica priva di ogni raziocinante, possibile autoironia di supporto - in
sottofondo, con tanto di bambinaia, a certificarne agio e benessere raggiunto.
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Un tempo - ahimé
non più, ora - il Lambrusco (quello di landa parmense, scurissimo
come il sangue, che sporcava il bicchiere e vi lasciava tracce profonde)
era vino per gente di fatica: non cittadini, ma paisani...
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Un grande
Mino Maccari per una deliziosa serie di Vietti (solo i vini migliori,
abbigliati all'uopo). Altra fatica, qui e fin da sùbito, un dubbio...
Le raggiunte, pari opportunità stanno nella condivisione del lavoro
- e va da sé, della fatica tout court - oppure ci si azzuffa, stiracchiando
il ligneo contenitore, per qualche bicchiere di troppo?
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Se almeno una volta nella
vita sei giunto a Dolceacqua, non ti chiederai certo che ci facciano lì
i fidanzatini di Raymond Peynet...
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