L'immagine di questa rarissima etichetta fece, a suo tempo il giro del mondo: il mondo d'allora, s'intende: che pubblicitariamente parlando, non era estesissimo...
Personalmente sostengo (m'illudo, forse) che questa etichetta, oltre Cappiello, Dudovich, Carboni ecc. ecc., abbia fatto la storia dell'etichetta. Esagero? Non saprei... Ma per quegli anni, la trovo di una modernità sorprendente e piena di tanta di quell'ironia che anch'essa, allora, non era cosa di poco conto. Una tavolozza essenziale - quattro colori solamente - con quel bianco e quel rosso a prevaricare ogni cosa, certo così lontana dalla sapiente e raffinata eleganza di Leonetto e Marcello, ma quanto efficace, pubblicitariamente e artisticamente parlando. Dati essenziali, in etichetta non firmata: creazione "MAGA" Parigi - Milano.

Un'essenzialità minore, e qui scorporata da ogni realismo che ci salva, fortunatamente, da ogni riferimento a un più recente rapporto Mike - Cervino - sempre più in alto... Non grappa, dunque ma dry gin: ma, sorprendentemente il messaggio è quello o se volete ad altri riferimenti medio culti; mettiamo, per esempio, il proto eroe pascolian-dannunziano di inizio secolo: "Da me, da solo, solo con l'anima,/ conla piccozza d'cciar ceruleo,/ su lento, su anelo,/ su sempre....." I tratti rimandano, con più calma e fuor da ogni sincopata idea di velocità e scorciamento di spazi, al futurismo deperiano; l'ignoto disegnatore doveva aver pur visto o almeno fiutato l'aria di quegli anni, tanto da trarne con riposata maestria, se non proprio gli spiriti, almeno i sospiri.

Non molto da dire su questo bel liberty nostrano; aria viennese con rimandi made in Japan... Klimt e qulche altro minore della secessione, in un gioco raffinato che colpì allora, millanta etichette e molto d'altro. Vatti a vedere, amico turista il Galileo Chini delle Terme di Salso o del vicino Grand Hotel. Il senso del floreal nostrano sta tutto lì e in pochi altri santuari. Qui aggrazia una bevanda che non doveva stupire troppo, ne troppo colpire. Bevanda, allora, da donne? Chissà...
In altro luogo e in altro tempo, ho parlato di bruciante essenzialità a proposito di questo piccolo capolavoro... Rarissima dote nelle etichette, qui scarnificata fino ai minimi termini, tanto che per non turbarne la magia allusiva, ogni parola viene rimandata alla controetichetta... E allora eccoti i connotati, se pure ti servono: Terrano di Sagrado - Vino da tavola rosso orgogliosamente fiorito sul Carso, a due km dal Sacrario di Redipuglia, a 4 dal Monte S. Michele... E allora quei tre sigilli rossi mischiano il colore del vino al sangue versato da queste arti. Già: memoria che ancora hai desideri...
Come si può non amare Silvio Jermann, i suoi vini, il suo inarrivabile lavoro? La sua indefinibile grazia sta tutta in questo bel acquerello e nella commovente controetichetta: "Da uve Pinot Nero, invecchiato per cinque lune in rovere, dedicato, in una notte di luna piena di fine estate, ad Angelo, con il pensiero errante tra le nuvole di cambio stagione." Solo, lo corrode stramaledetta legge che vuole questo angelo rosso, Vino sic et simpliciter, da tavola!
Chi oserebbe bere questo sogno di cambio stagione lontano dai cieli infiniti?