Questo quadretto, per tutti coloro che continuano a negare valore assoluto ai piccoli fogli di carta fuggiti chissà da dove... Qui dentro c'è tutto un mondo, né più né meno che in certe tele provvisorie di fine otto e talvolta, molto meglio che in qualche letteratura un po' sdrucita. La borghesia fin de siècle si presenta, sguardi miranti e frutto dell'amore - il perfetto amore, secondo una mirata folgorazione etica priva di ogni raziocinante, possibile autoironia di supporto - in sottofondo, con tanto di bambinaia, a certificarne agio e benessere raggiunto.
Mano nella mano, il perfetto amore che veniva d'oltralpe non era di molto lungi dall'amore altrettanto perfetto che si respirava di qua, mettiamo in tanto Piemonte oleografico; insomma più che Gozzano, il miglior De Amicis minore: "... ed io l'amai quel giorno e Lena m'adorò."

Un tempo - ahimé non più, ora - il Lambrusco (quello di landa parmense, scurissimo come il sangue, che sporcava il bicchiere e vi lasciava tracce profonde) era vino per gente di fatica: non cittadini, ma paisani...
Giovannino Guareschi, il più grande gaglioffo di questa Bassa che sa di fanga e di rosmarino, ci dona prezioso e sorridente, il tratto di una fatica antica ammorbidendola di quella sua straordinaria ironia, per il Suo ristorante in località Roncole Verdi. Un caso? Chi potrebbe mai dirlo... E lui, il sommo Peppino : "...mi hanno consigliato di prendere la cittadinanza inglese, francese, magari piemontese... ma io voglio rimanere quello che sono, un paisano delle Roncole..."

Un grande Mino Maccari per una deliziosa serie di Vietti (solo i vini migliori, abbigliati all'uopo). Altra fatica, qui e fin da sùbito, un dubbio... Le raggiunte, pari opportunità stanno nella condivisione del lavoro - e va da sé, della fatica tout court - oppure ci si azzuffa, stiracchiando il ligneo contenitore, per qualche bicchiere di troppo?
La ridente xilografia - legno per legno, vien da pensare - non certifica; ma c'è da credere che per quel Vietti Barolo71 anche la bella Rosina avrebbe usurpato maniere meno regali, pur di goderne un assaggio.

Se almeno una volta nella vita sei giunto a Dolceacqua, non ti chiederai certo che ci facciano lì i fidanzatini di Raymond Peynet...
Già, perchè Dolceacqua è uno dei tanti fascinosi paesi dell'entroterra ligure dalla magia prorompente, nei quali l'amore potrebbe nascere ad ogni angolo dell'erta salita che porta al castello. Con in più, lo splendore poco appariscente, timidamente appartato, del suo Rossese, la cauta, gentile grazia dei suoi profumi. Perchè stupirsi, allora: un amour pour le vin, o un vino che fa viaggiare i cuori oltre l'ostacolo?